È morto il tifoso del Napoli Ciro Esposito, ricoverato al policlinico Gemelli, dopo essere stato colpito da alcune revolverate durante i sanguinosi scontri del 3 maggio scorso prima della finale di
Coppa Italia allo stadio Olimpico.
Roma, domenica 3 maggio, a poche ore dall’inizio della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli. Un corteo di tifosi napoletani percorre viale di Tor di Quinto in direzione dello stadio Olimpico,
scortato dalla polizia. Improvvisamente, vengono sparati sette colpi di pistola e tre ultras napoletani cadono a terra. La situazione degenera: migliaia di ultrà incappucciati assaltano la scorta
della polizia e distruggono due auto e un blindato. A terra rimane Ciro Esposito, trentunenne tifoso napoletano, le cui condizioni appaiono subito gravi. A sparare, un tifoso romanista, Daniele De
Santis, 48 anni, che nel 2004 fece sospendere un derby in notturna perché – notizia poi rivelatasi falsa - la polizia aveva travolto e ucciso un ragazzino fuori dall’Olimpico.
«La dinamica è folle e semplice – ha spiegato Diego Parente, dirigente della Digos durante la conferenza stampa in Questura - De Santis lavorava in un circolo ricreativo vicino a Tor Di Quinto. Da lì
ha deciso avvicinarsi ai tifosi in transito verso lo stadio e ha lanciato petardi. I napoletani, purtroppo, hanno risposto alle sue provocazioni e ne è nata una rissa. Mentre scappava, De Santis è
scivolato, sentendosi minacciato da un bel gruppo di tifosi che lo inseguivano a viso coperto e armati di bastoni, ha esploso quattro colpi di arma da fuoco. Dopo l’arma si è inceppata ed è stato
malmenato dai tifosi napoletani. La dinamica è questa: lo abbiamo arrestato per rissa e per tentato omicidio».
La partita, nonostante gli scontri, si giocò comunque, ma vi furono grosse polemiche per la trattativa tra la polizia e i tifosi del Napoli, tra cui Genny a’ Carogna, che indossava la maglietta
«Speziale libero» Speziale, per la cronaca, è l’ultras del Catania condannato per l’assassinio dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti durante il derby Catania-Palermo del 2 febbraio
2007.
#2
Matteo casetta(lunedì, 15 febbraio 2016 09:02)
Come ho già detto negli altri settori e inammissibile che per la propria squadra si vada a togliere la vita ad un tifoso della squadra avversaria
#1
Lorenzo(domenica, 14 febbraio 2016 15:43)
LA STRAGE DELL'HEYSEL TRENTUNO ANNI FA
Il 29 maggio 1985, trentuno anni fa, 39 persone morivano in una tragedia all'interno dello stadio Heysel, poco prima dell inizio della finale di Coppa dei Campioni
Il 29 maggio 1985 si disputò presso lo stadio Heysel di Bruxelles, in Belgio, la finale della Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool.
Circa un'ora prima dell'inizio della partita, alcune frange violente della tifoseria britannica, cui si erano aggiunti alcuni hooligans del Chelsea che si definivano headshunter (cacciatori di
teste), iniziarono a caricare il settore vicino, occupato da numerosi tifosi juventini, dal quale erano divisi da una bassa rete metallica.
Schiacciati da un lato dalle cariche dei tifosi britanniche, respinti dall'altro da un'impreparata polizia belga, i tifosi juventini non poterono far altro che ammassarsi contro il muro opposto al
settore occupato dai tifosi inglesi, in una ressa generale.
Quando finalmente arrivarono i rinforzi della polizia belga, i settori colpiti dagli incidenti si trovavano nel caos più totale. Riportato l'ordine, ci si rese conto che l'esito degli incidenti aveva
avuto conseguenze tragiche: 39 persone erano morte. Di queste, 32 erano italiani, quattro belgi, due francesi e un irlandese, mentre i feriti erano oltre 600.
La partita iniziò solamente dopo un'ora e mezzo, per volontà delle forze dell'ordine e dei dirigenti Uefa che temevano l'esplosione di ulteriori tensioni in caso di rinvio.
La decisione, inevitabilmente, fu pesantemente criticata. Il giornalista sportivo Bruno Pizzul, che commentava la partita per l'emittente italiana Rai Due, scelse di raccontarla nel modo più
impersonale e asettico possibile.
La televisione tedesca scelse di non trasmettere la partita, mentre in Austria l'incontro andò in onda senza telecronaca e con in sovrimpressione una scritta che recitava che ciò che era trasmesso
"non era una manifestazione sportiva".
La partita fu vinta per uno a zero dalla Juventus. Dopo la partita, l'Uefa decise di sospendere dalle competizioni europee le squadre di calcio inglesi a tempo indeterminato. La squalifica fu
definitivamente rimossa cinque anni più tardi, nel 1990.
La scelta fu dettata anche dal fatto che solo 18 giorni prima i tifosi del Liverpool si erano resi responsabili anche del disastro di Bradford, in cui morirono 59 persone.
Vvv (domenica, 05 marzo 2017 16:02)
Ggfghbc
Vincenzo prete (lunedì, 15 febbraio 2016 10:51)
È morto il tifoso del Napoli Ciro Esposito, ricoverato al policlinico Gemelli, dopo essere stato colpito da alcune revolverate durante i sanguinosi scontri del 3 maggio scorso prima della finale di Coppa Italia allo stadio Olimpico.
Roma, domenica 3 maggio, a poche ore dall’inizio della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli. Un corteo di tifosi napoletani percorre viale di Tor di Quinto in direzione dello stadio Olimpico, scortato dalla polizia. Improvvisamente, vengono sparati sette colpi di pistola e tre ultras napoletani cadono a terra. La situazione degenera: migliaia di ultrà incappucciati assaltano la scorta della polizia e distruggono due auto e un blindato. A terra rimane Ciro Esposito, trentunenne tifoso napoletano, le cui condizioni appaiono subito gravi. A sparare, un tifoso romanista, Daniele De Santis, 48 anni, che nel 2004 fece sospendere un derby in notturna perché – notizia poi rivelatasi falsa - la polizia aveva travolto e ucciso un ragazzino fuori dall’Olimpico.
«La dinamica è folle e semplice – ha spiegato Diego Parente, dirigente della Digos durante la conferenza stampa in Questura - De Santis lavorava in un circolo ricreativo vicino a Tor Di Quinto. Da lì ha deciso avvicinarsi ai tifosi in transito verso lo stadio e ha lanciato petardi. I napoletani, purtroppo, hanno risposto alle sue provocazioni e ne è nata una rissa. Mentre scappava, De Santis è scivolato, sentendosi minacciato da un bel gruppo di tifosi che lo inseguivano a viso coperto e armati di bastoni, ha esploso quattro colpi di arma da fuoco. Dopo l’arma si è inceppata ed è stato malmenato dai tifosi napoletani. La dinamica è questa: lo abbiamo arrestato per rissa e per tentato omicidio».
La partita, nonostante gli scontri, si giocò comunque, ma vi furono grosse polemiche per la trattativa tra la polizia e i tifosi del Napoli, tra cui Genny a’ Carogna, che indossava la maglietta «Speziale libero» Speziale, per la cronaca, è l’ultras del Catania condannato per l’assassinio dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti durante il derby Catania-Palermo del 2 febbraio 2007.
Matteo casetta (lunedì, 15 febbraio 2016 09:02)
Come ho già detto negli altri settori e inammissibile che per la propria squadra si vada a togliere la vita ad un tifoso della squadra avversaria
Lorenzo (domenica, 14 febbraio 2016 15:43)
LA STRAGE DELL'HEYSEL TRENTUNO ANNI FA
Il 29 maggio 1985, trentuno anni fa, 39 persone morivano in una tragedia all'interno dello stadio Heysel, poco prima dell inizio della finale di Coppa dei Campioni
Il 29 maggio 1985 si disputò presso lo stadio Heysel di Bruxelles, in Belgio, la finale della Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool.
Circa un'ora prima dell'inizio della partita, alcune frange violente della tifoseria britannica, cui si erano aggiunti alcuni hooligans del Chelsea che si definivano headshunter (cacciatori di teste), iniziarono a caricare il settore vicino, occupato da numerosi tifosi juventini, dal quale erano divisi da una bassa rete metallica.
Schiacciati da un lato dalle cariche dei tifosi britanniche, respinti dall'altro da un'impreparata polizia belga, i tifosi juventini non poterono far altro che ammassarsi contro il muro opposto al settore occupato dai tifosi inglesi, in una ressa generale.
Quando finalmente arrivarono i rinforzi della polizia belga, i settori colpiti dagli incidenti si trovavano nel caos più totale. Riportato l'ordine, ci si rese conto che l'esito degli incidenti aveva avuto conseguenze tragiche: 39 persone erano morte. Di queste, 32 erano italiani, quattro belgi, due francesi e un irlandese, mentre i feriti erano oltre 600.
La partita iniziò solamente dopo un'ora e mezzo, per volontà delle forze dell'ordine e dei dirigenti Uefa che temevano l'esplosione di ulteriori tensioni in caso di rinvio.
La decisione, inevitabilmente, fu pesantemente criticata. Il giornalista sportivo Bruno Pizzul, che commentava la partita per l'emittente italiana Rai Due, scelse di raccontarla nel modo più impersonale e asettico possibile.
La televisione tedesca scelse di non trasmettere la partita, mentre in Austria l'incontro andò in onda senza telecronaca e con in sovrimpressione una scritta che recitava che ciò che era trasmesso "non era una manifestazione sportiva".
La partita fu vinta per uno a zero dalla Juventus. Dopo la partita, l'Uefa decise di sospendere dalle competizioni europee le squadre di calcio inglesi a tempo indeterminato. La squalifica fu definitivamente rimossa cinque anni più tardi, nel 1990.
La scelta fu dettata anche dal fatto che solo 18 giorni prima i tifosi del Liverpool si erano resi responsabili anche del disastro di Bradford, in cui morirono 59 persone.