Salto in alto: origini e storia delle tecniche
La prima gara documentata di salto in alto fu in Scozia all’inizio del XIX secolo e fu vinta con un salto di 1,67 m. Un salto piuttosto basso se pensiamo alle gare odierne, ma dobbiamo immaginare una tecnica completamente differente, detta a “forbice”: l’atleta si metteva con il fianco verso l’asticella, passava prima una gamba – quella più vicina all’asticella – poi l’altra, compiendo una sforbiciata.
La tecnica del salto in alto si è poi evoluta, mano a mano, grazie a saltatori statunitensi e sovietici, diventando “ventrale” o “straddle”: l’atleta doveva scavalcare l’asticella con la pancia in sotto e il torso parallelo a questa. Tuttavia, è stato un saltatore solitario, Dick Fosbury, a inventare la moderna tecnica di salto in alto, chiamata proprio salto alla Fosbury: si scavalca prima con testa e spalle, poi con la schiena arcuata e infine passano le gambe. Questa tecnica ha avuto così tanto successo grazie anche al progredire delle tecnologie, come l’introduzione del materassino di atterraggio che ha sostituito l’atterraggio sul suolo.
Dopo la vittoria olimpica del 1968 con il suo stile Fosbury, la sua tecnica di salto in alto si è diffusa in tutto il mondo. Ad oggi il record mondiale maschile è 2,45m stabilito nel 1993 dal cubano Javier Sotomayor, mentre il record femminile è della bulgara Stefka Kostadinova che nel 1987 ha saltato 2,09m.
Il regolamento nel salto in alto
All'inizio della gara, la barra è regolata ad un'altezza relativamente bassa (a seconda del livello della competizione) ed è spostata verso l'alto con incrementi dell'ordine di 3 o 5 centimetri, ma possono essere di 1 centimetro per i tentativi record.
Ogni atleta può di scegliere la misura di entrata, cioè altezza alla quale iniziare a saltare ma una volta che un'altezza è stata saltata, gli altri atleti non potranno iniziare ad un'altezza inferiore.
L'atleta:
§ ha un minuto per iniziare il salto dal momento in cui viene chiamato;
§ ha a disposizione al massimo 3 salti per superare l'asticella ad una certa altezza;
§ dopo tre salti consecutivi nulli l'atleta è eliminato dalla gara;
§ se supera l'asticella ad una certa altezza, passa all'altezza successiva;
Il gesto del salto in alto è diviso in 4 momenti:
• RINCORSA: dove l'atleta accelera e si prepara per lo stacco;
• STACCO: dove l’atleta genera la velocità verticale ed inizia la rotazione per il superamento dell’asticella;
• VOLO: dove l'atleta sale verso l’asticella e poi la supera;
• ATTERRAGGIO: dove l’atleta completa in sicurezza il salto, atterrando sul materasso.