Se dovessi scegliere l'atleta che per me rappresenta più di tutti lo spirito dello sport, la voglia di mettersi in gioco e di non arrendersi, non avrei nessun dubbio: Bebe! Beatrice Vio, chiamata da tutti «Bebe», è la campionessa di scherma che ha trionfato alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro, l'equivalente dei Giochi Olimpici per atleti con disabilità fisiche. Non mi ero mai interessata a questo sport prima d'ora e non sapevo nemmeno che esistessero le Paralimpiadi, ma quando ho visto in televisione la storia di Bebe non ho potuto fare a meno di rimanere stupito per la sua bravura e tenacia. Da quel momento è diventato subito il mio idolo, un modello di sport e di vita! A 11 anni Bebe è stata colpita dalla meningite e le sono state amputate le gambe e le braccia, ma questo non le ha impedito di continuare a inseguire i suoi sogni e di diventare una vera e propria fonte di ispirazione. Probabilmente al suo posto mi sarei arreso e avrei abbandonato lo sport: come si può fare scherma senza gambe né braccia? Ma Bebe non si è lasciata abbattere: dopo appena un anno ha ricominciato a impugnare il fioretto usando una protesi speciale e la sedia a rotelle e da allora la sua carriera è stata sempre più luminosa. Ha fondato un'associazione che promuove lo sport tra i bambini che hanno subito amputazioni e ha continuato a collezionare medaglie, fino al trionfo alle Paralimpiadi di Rio 2016. Sembrava impossibile, eppure ce l'ha fatta. E’ stata ospite di diversi programmi televisivi e ha addirittura partecipato a una cena ufficiale alla Casa Bianca! Quando ho visto una sua foto insieme al presidente Obama, con un vestito da favola e un grandissimo sorriso, mi sono completamente dimenticato della sua disabilità: ho visto solo una ragazza e un'atleta con una forza straordinaria. La storia di Bebe mi ha fatto riflettere molto. Tutti noi abbiamo dei limiti e dei momenti di difficoltà, grandi o piccoli, ma il suo successo dimostra che con la forza di volontà possiamo superarli, fino a raggiungere risultati incredibili. Anche il mio atteggiamento nei confronti dei disabili è sicuramente cambiato: mi sono reso conto che i miei pregiudizi erano infondati e superficiali e si basavano solo sull'apparenza. Ciascuno di noi deve essere rispettato, con le sue debolezze e i suoi punti di forza. In realtà siamo davvero tutti uguali... anzi, non riuscirei mai a battere a fioretto Bebe, anche se ho 4 arti in piu!
Daniele Tirone (venerdì, 29 maggio 2020 10:56)
nello sport al giorno d'oggi, siamo abituati a vedere gente muscolosa che hanno una vita normale..
cosi pero non e' per tutti. c' è gente come Bebe che ha un handicap in questo caso non ha le gambe e le braccia, ma nonostante tuto segue le sue passioni con grande impegno anche senza articolazioni riesce ad essere una delle persone piu brave, infatti vinse anche le olimpiadi 2016. questo ci fa capire che o con handicap o senza serve il talento e la passione. lo posso dire anch'io che sono musicista,se non c'e talento non c e nulla.
3d10 (venerdì, 29 maggio 2020 08:00)
Dopo aver letto il testo su Bebe' Vio o capito che nello sport essere disabili oppure no non centra niente, ma vale la volontà con cui si fa qualunque sport.