Ha vinto il primo torneo di scacchi, riservato agli alunni dell’I.C. di Tito, l’alunno della III A Ivan Picaroni battendo in finale l’alunno Francesco Petrigliano con il punteggio 3 a 1.
"Se non puoi essere il sole, sii una stella. Sii sempre il meglio di ciò che sei...".
Questo è il messaggio di saluto e di augurio che rivolgo agli alunni della II A dell’istituto comprensivo di Tito.
prof. Giuseppe Sibilani
Qui sotto, ho attivato un blog con cui si vuole rievocare l’Anno Scolastico nella sua interezza, in modo interattivo, restituendo ai voi alunni una buona percezione di tutto il lavoro svolto insieme.
Per quanto riguarda le modalità, possiamo sbizzarrirci con grande creatività.
“Proviamo a ripercorrere con il pensiero tutto l’Anno Scolastico… quali sono le cose che vi tornano in mente: vale tutto!! Sia argomenti trattati che episodi accaduti (belli e brutti) che ciascuno ha vissuto.”.
Uno scambio in cui tutti coloro che vorranno, suggeriranno qualcosa di significativo da ricordare.
AL POSTO DEL NOME, PUOI INSERIRE IL TUO CODICE
L'educazione fisica è una branca dell'insegnamento che si occupa di migliorare attraverso l'attività motoria e quella sportiva lo sviluppo psicofisico e la salute individuale e quella sociale.
Perché l’educazione fisica nella scuola
Ogni passo compiuto darà significato
al mio, al tuo, al nostro cammino, al nostro futuro.
L'IMPORTANZA DEL FAIR PLAY
Fair play è molto più che semplice rispetto delle regole. Esso coinvolge i rapporti di amicizia, il rispetto degli altri e il corretto spirito con il quale affrontare una gara.
«Fair play» è un modo di pensare, non solo di comportarsi; esso implica la lotta contro l'imbroglio, contro le astuzie al limite della regola; combatte la pratica del doping; rifiuta la violenza (sia fisica sia verbale), le molestie sessuali e gli abusi verso i bambini, giovani o donne; il fair play è lotta allo sfruttamento, alla diseguaglianza delle opportunità, alla commercializzazione eccessiva, alla corruzione.
Quando si parla di fair play si deve quindi intendere un qualcosa di positivo: quel «qualcosa» che riconosce nello sport un’attività socio-culturale in grado di arricchire i rapporti interpersonali, ma che al tempo stesso costituisce uno straordinario strumento per la conoscenza di se stessi.
Attività sportiva e fair play non possono fare a meno l'una dell'altro: la società, come pure il singolo individuo, potranno godere appieno dei potenziali vantaggi che lo sport è in grado di offrire soltanto quando il concetto di fair play sarà costantemente al centro dell'attenzione e non qualcosa di cui si conosce semplicemente l’esistenza o il significato.
Lo sport permette di esprimersi, di raggiungere soddisfazioni, di ottenere successi personali, di divertirsi, di acquisire capacità tecniche e di dimostrare abilità, di interagire socialmente e, ovviamente, di ottenere un buono stato di salute.
La pratica sportiva, però, contempla anche l'accettare la sconfitta o le decisioni dell'insegnante e dell'allenatore, il saper riconoscere un errore (proprio e altrui), l’essere in grado di gestire le emozioni negative (proprie e altrui).
Possiamo concludere con il ritenere, senza alcun filo di retorica, che il fair play sia un componente fondamentale per la promozione dello sport e per chi ne è attore o spettatore. Esser leali nella pratica sportiva è un beneficio per l'individuo e per la società nel suo complesso. Tuttavia, purtroppo, la realtà è ancora distante da questo traguardo.
DOPO AVER LETTO IL TESTO, ESPRIMI LE TUE CONSIDERAZIONI O I TUOI COMMENTI SU 2 DOMANDE CHE QUI SOTTO TI ELENCO:
1) SPORT E LEALTA': SECONDO LA TUA OPINIONE, E' GIUSTO ESSERE LEALI SEMPRE ANCHE A SCAPITO DELLA VITTORIA ?
2) TI E' MAI CAPITATO, PRATICANDO UNO SPORT A LIVELLO AMATORIALE O AGONISTICO, DI ASSISTERE A GESTI DI FAIR PLAY ? RACCONTA LA TUA ESPERIENZA.
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Rocco (martedì, 11 maggio 2021 10:07)
Il 18 Dicembre 2000, Di Canio si rese protagonista di un atto di grande fair play quando bloccò il pallone con le mani evitando di segnare il gol della vittoria. L’attaccante italiano decise di non approfittare del momento propizio per segnare dopo che, attimi prima, l’ex portiere del Everton Paul Gerrard cadde a terra e crollò immobile. Soccorso l’estremo difensore, l’attaccante italiano si prese l’ovazione del Goodison Park. Nello stesso anno gli verrà conferito il premio Fifa Fair Play Award accompagnato da una lettera di complimenti dal ex presidente della FIFA, Joseph Blatter.
2A04 (martedì, 11 maggio 2021 10:03)
Secondo il mio parere è giusto essere leali anche a discapito della vittoria. Un esempio di fair play è quando Eric Fontanari stava sostenendo una gara, ma il tempo impediva che andasse più veloce anche poiché egli è tetraplegico, ma lo aiuta Alex Zanardi che prova a spronarlo a parole, ma poi, capendo che egli non ce la fa, lo spinge, poi lo trascina fino al traguardo. Quest’evento è tra i più ricordati del fair play.
Salvatore (martedì, 11 maggio 2021 09:58)
Ecco un esempio di fair play è: L'attaccante granata (belotti) , nel corso di Atalanta-Torino, cade a terra a pochi metri dall'area avversaria: l'arbitro ammonisce Romero per un fallo, ma il Gallo lo ferma e ammette di essere caduto da solo
2A13 (martedì, 11 maggio 2021 09:57)
A cinquant'anni di distanza dall'episodio di Berlino, esattamente nel 1988, i cinque cerchi olimpici di Seul si ‘accesero' invece per Lawrence Lemieux. Il velista canadese, durante una regata, scrisse infatti una pagina epica nella storia dello Sport compiendo un gesto che gli valse il più grande premio che un atleta possa ricevere: la medaglia Pierre De Coubertin, nota anche come "medaglia del vero spirito sportivo". A regalargli questo prestigioso riconoscimento di sportività, fu infatti la sua scelta di compromettere la sua gara per recuperare due olimpionici caduti in mare.
Chiara Mazzarella (martedì, 11 maggio 2021 09:57)
1.Io credo che bisogna essere sempre leali sia nello sport che nella vita di ogni giorno.
2. A volte quando si fanno i giochi di gruppo molte persone danno il punto a una squadra solo perché c'è un amico lì ma magari la squadra ha sbagliato e nessuno lo dice...
Giada (martedì, 11 maggio 2021 09:57)
Secondo me è corretto essere leali ma l’importante non è vincere, ma partecipare, un caso di fair play è: L'esempio di Andy Roddick
Pochi mesi più tardi di quell'evento a cinque cerchi di Atene, fu invece il tennis a regalare una bella pagina di Fair Play. Nel maggio del 2005 l'allora numero uno del ranking ATP Andy Roddick,
partito come testa di serie nel tabellone degli Internazionali d'Italia, si prese gli applausi del pubblico italiano per il gesto di lealtà sportiva compiuto nei confronti dell'avversario. Lo
statunitense smentì infatti l'arbitro (che gli aveva assegnato un punto dubbio e la vittoria finale), consentendo al suo avversario di turno (lo spagnolo Verdasco) di ‘rientrare' in partita e alla
fine di vincere l'incontro valido per approdare ai quarti di finale. Il torneo fu vinto da Rafa Nadal,
Gabriele IIA (martedì, 11 maggio 2021 09:54)
si secondo me è giusto essere sempre leali a discapito della vittoria ma non sempre succede. Per esempio in una partita di calcio che stavo disputando qualche anno fa un attaccante della squadra ospite era rimasto per terra, io andai ad alzarlo ma i suoi compagni tirarono nel frattempo. Fortunatamente non segnarono ma secondo me non è stato un bel gesto.
Donatello (martedì, 11 maggio 2021 09:53)
(1) SI
(2)I fratelli Brownlee
Ecco uno dei miei episodi preferiti in assoluto che oltre ad essere un fantastico esempio di fair play, è anche un bell’esempio di cosa vuol dire essere fratelli, roba che Caino e Abele e Romolo e
Remo possono solo imparare! Isola di Cozumel, Messico 2016. Il triatleta britannico Jonathan Brownlee si sta giocando tutto per vincere l’ultima tappa del World Series di Triathlon, quando, a pochi
passi dalla linea di arrivo, un brutto scherzo del destino lo blocca. Gli si annebbia la vista e il suo corpo si spegne come un ghiacciolo al sole. Ma dietro di lui c’è il fratellone Alistair che lo
prende sotto braccio e insieme arrivano al traguardo. Pensate alla soddisfazione per un genitore poter gridare a pieni polmoni “quello è mio figliooooo!” e pensate quindi ai signori Brownlee che in
un’unica volta si sono riferiti a tutt’e due.
Francescapia (martedì, 11 maggio 2021 09:52)
Credo sia importante rispettare e attuare il FairPlay anche perché credo che se uno è leale con se stesso e con gli altri si sente meglio e anche se non vince si è divertito e soprattutto è stato onesto. Perchè si è bello vincere ma se fatto bene e in modo civile. Io non ho mai assistito a gesti di FairPlay.
2a12 (martedì, 11 maggio 2021 09:51)
Secondo me non è gistuo ricorrere ad imbrogli e bisogna essere sempre corretti. Ma ho assistito a queste situazioni durante le gare a cui ho partecipato. I mie avversari si erano registrati con pochi anni di esperienza quando ne avevano molti, per ritrovarsi contro persone più scarse e vincere più facilmente.
Chiara Mazzarella (martedì, 11 maggio 2021 09:50)
1.Io credo che bisogna essere sempre leali sia nello sport che nella vita di ogni giorno.
2. A volte quando si fanno i giochi di gruppo molte persone danno il punto a una squadra solo perché c'è un amico lì ma magari la squadra ha sbagliato e nessuno lo dice...
Mattia Cammarota (martedì, 11 maggio 2021 09:50)
Il rispetto è sempre la prima cosa, anche se stai gareggiando con l'avversario più irrispettoso che mai, il fair play è una cosa giusta da fare.
Sabato scorso un giocatore del Volley Santa Monica si è reso protagonista di un gesto di fair play che ha fatto e sta facendo molto riflettere. Durante la gara di Serie D maschile, tra Green Volley
Roma Nord e Santa Monica, Kevin Comastri, si lancia in tuffo per ricevere un pallone che alla fine termina fuori. L'arbitro, coperto dal corpo del giocatore, assegna il punto al Santa Monica. Né il
pubblico, né i giocatori del Green Volley si accorgono dell'errore ed è allora che Kevin si reca dal direttore di gara segnalando di aver toccato il pallone prima che cadesse fuori. "Il gesto mi è
venuto spontaneo - ha detto Kevin Comastri riguardo all'accaduto - appena mi sono rialzato da terra ho visto il punto assegnato a noi e mi sono detto che non era giusto, quindi sono andato
dall'arbitro. Giocando a pallavolo da 11 anni ne ho viste di tutte come per esempio delle partite in cui chi ammetteva di avere toccato la palla veniva rimproverato dalla squadra e dall'allenatore ma
la nostra società non è affatto così, anzi".
Al momento dell'episodio il Volley Santa Monica stava vincendo la gara e il set, ma il giocatore sottolinea: "Lo avrei fatto comunque, a prescindere dal risultato. Avrei ammesso il tocco all'arbitro
in qualsiasi situazione, perché ci tengo a fare la cosa giusta".
"La reazione di tutta la palestra è stata molto bella - fa sapere il direttore tecnico del Volley Santa Monica, Andrea Zeppilli - La nostra società spinge i ragazzi ad essere rispettosi, sportivi ed
educati. Quando lo vedi realizzarsi c'è molto orgoglio. Avere Persone prima che atleti è una prioritá".
2A13 (martedì, 11 maggio 2021 09:48)
1) penso di sì.
2) Nel 1964, durante l'edizione dei giochi di Innsbruck, fu invece un atleta italiano a guadagnarsi gli applausi per il suo gran cuore. In occasione della finale della gara a squadre di bob, e dopo
un problema tecnico riscontrato dalla squadra britannica, Eugenio Monti prestò agli avversari il suo bullone per dare a loro l'opportunità di gareggiare. Al termine della discesa, per commentare la
vittoria dell'equipaggio inglese, l'azzurro incassò con sportività la sconfitta: "Hanno vinto perché sono andati più veloci, non perché gli ho dato il bullone".
prof. Giuseppe Sibilani (martedì, 11 maggio 2021 09:47)
UN FAMOSO CASO DI FAIRPLAY NELLA STORIA
Un gesto famoso ancora oggi, realizzato da un calciatore molto poco “politically correct”. Quando giocava nella squadra londinese del West Ham, l’attaccante ex Lazio e Milan ricevette l’ovazione
dello stadio dell’Everton per aver fermato con le mani un pallone che poteva tranquillamente calciare in rete. Motivo? Il portiere avversario era rimasto a terra infortunato molto lontano dai pali.
Un gesto, questo, che gli è valso il premio Fair Play della FIFA.
Antonio (martedì, 11 maggio 2021 09:34)
Secondo me é necessario essere leali durante una gara, anche io ho assistito ad un fair play ma purtroppo si fa di tutto per vincere e nessuno ammette l'errore.
I Giochi olimpici estivi, o Olimpiadi estive,
sono una manifestazione sportiva multidisciplinare, internazionale, prevista negli anni bisestili, organizzata dal Comitato Olimpico Internazionale. Le Olimpiadi sono il più prestigioso al mondo tra gli eventi di questo tipo, e presentano una varietà di sport superiore a quella di altre manifestazioni simili.
La vittoria olimpica viene generalmente considerata come il risultato più prestigioso conseguibile in qualsiasi sport, ad eccezione del calcio e di pochi altri sport prevalentemente di squadra, per i quali vengono disputati anche campionati mondiali che riscuotono grande successo e la cui conquista del titolo mondiale risulta essere ben più importante della medaglia d'oro alle olimpiadi. Generalmente i partecipanti rappresentano la loro nazione di origine, in ogni caso quella di cui possiedono la cittadinanza.
I vincitori vengono premiati con una medaglia d'oro, ai secondi ne va una d'argento e ai terzi una di bronzo. Questa tradizione ebbe inizio nel 1904. Dal 1924 i tornei olimpici degli sport del ghiaccio e della neve si disputano in occasione dei Giochi olimpici invernali.
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COME PARTECIPARE ALLA VIDEOLEZIONE SU ZOOM
Per prendere parte a una videolezione creata dal tuo insegnante, non dovrai creare nessun profilo, né scaricare client. Basterà cliccare sull’invito ricevuto e attendere che la App si apra.
L'applicazione Zoom è disponibile come software da installare su qualunque dispositivo, indifferentemente che sia un PC, Tablet o uno smartphone.
Doping: l’altra faccia delle Olimpiadi
Dodici medaglie d’oro, 27 d’argento e 11 di bronzo. E’ il conto delle medaglie olimpiche ritirate alla Russia, più di un terzo del totale a partire dal 1968. Il sistema di doping messo in piedi dalla Russia tra il 2011 e il 2015 è stato di tale portata da essere definito dall’Agenzia Mondiale Antidoping (AMA) “senza precedenti”, “sistemico” e centralizzato”. Oltre un migliaio di atleti ne hanno beneficiato, alterando le Olimpiadi di Pechino 2008, Londra 2012 e soprattutto quelle invernali di Sochi 2014. In tre Giochi olimpici, la Russia si è vista ritirare ben 40 medaglie. Il tutto, senza considerare i mondiali e gli europei di atletica e le diverse competizioni organizzate da ciascuna federazione sportiva. Insomma, un vero e proprio “programma di stato” commissionato e finanziato dal Cremlino stesso.
Nel dicembre 2019, l'Agenzia Mondiale antidoping (Wada) ha deciso per l'esclusione della Russia dalle Olimpiadi per quattro anni. Lo ha comunicato un portavoce della Wada al termine del Comitato Esecutivo riunito a Losanna. Mosca, pertanto, non potrà essere rappresentata alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2021 e ai Giochi Invernali di Pechino 2022. Gli atleti giudicati puliti potranno gareggiare sotto la più neutrale bandiera olimpica e con l’indicazione “Atleti olimpici di Russia” sulle proprie divise.
IL DOPING SPORTIVO
Sino a circa venti anni fa, il termine DOPING era noto solo agli atleti professionisti ed agli esperti del settore; oggi questo termine, di origine anglosassone, è purtroppo noto a tutti noi, a causa dell'incalzante ripetersi di casi che hanno coinvolto atleti famosi.
Con questo termine, che deriva dall’inglese to dope (drogare), si intende “l’uso improprio di sostanze o metodi atti ad aumentare artificialmente le prestazioni fisiche, attraverso l’aumento delle masse muscolari o l’incremento della resistenza alla fatica”.
La legge afferma che è doping anche “attuare una condotta fraudolenta che porti a modificare i risultati dei controlli sull’ uso di alcuni farmaci o di alcune sostanze”.
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Olimpiadi di Tokyo 2021
Gli appassionati di sport, lo sanno già: con un ritardo senza precedenti, le Olimpiadi di Tokyo si svolgeranno nell’estate 2021.
Le Olimpiadi di Tokyo (24 luglio - 9 agosto) saranno le più green. Dalla torcia (realizzata con l’alluminio degli alloggi temporanei costruiti per il terremoto del 2011), alle medaglie (ricavate dai rottami dei cellulari), ai podi (in plastica): tutto è in materiale di riciclo. E Toyota (sponsor olimpico) ha messo a disposizione 3.700 veicoli elettrici per il trasporto degli atleti.
Saranno 33 gli sport ammessi, 5 in più di Rio 2016. Torna infatti il binomio baseball maschile – softball femminile (assente dal 2008), ed entrano 4 nuovi sport che piacciono molto ai più giovani: surf, skateboard, arrampicata sportiva e karate.
A Tokyo non ci sarà la Russia, accusata di irregolarità nei controlli antidoping e bandita dall’Agenzia mondiale antidoping da tutte le competizioni fino al 2024. Se l’appello (come sembra) verrà respinto, ai Giochi, potranno andare gli atleti non coinvolti nello scandalo ma sotto la bandiera di “paese neutrale”.
Le Olimpiadi più green saranno anche le più calde. Non è bastato ricoprire le strade con un asfalto capace di ridurre le temperature: per la sicurezza degli atleti, la maratona si correrà a Sapporo, in montagna. E il vincitore non taglierà il traguardo nello stadio olimpico. Un altro primato.
Clicca il tasto alla tua Destra, le Olimpiadi di Tokyo 2021: 14 cose che devi sapere sui giochi estivi in Giappone
Italia ai Giochi olimpici
L Italia partecipa ai Giochi olimpici sin dalla prima edizione: è una delle quattro nazioni al mondo ad aver preso parte a tutte le edizioni dei Giochi Olimpici dell'Era Moderna, anche se la partecipazione del 1904 non è ancora riconosciuta dal CIO.
L'Italia ha anche ospitato i Giochi in tre occasioni:
• i Giochi della XVII Olimpiade del 1960 a Roma;
• i XX Giochi olimpici invernali del 2006 a Torino.
• i VII Giochi olimpici invernali del 1956 a Cortina d'Ampezzo;
Inoltre, i giochi invernali del 1944 si sarebbero dovuti svolgere a Cortina d'Ampezzo, ma vennero annullati a causa della seconda guerra mondiale. L'Italia ospiterà a Milano e Cortina d'Ampezzo i XXV Giochi Olimpici Invernali nel 2026
Gli atleti italiani hanno vinto 578 medaglie ai Giochi olimpici estivi, 40 medaglie ai Giochi olimpici estivi giovanili, 114 medaglie ai Giochi olimpici invernali, 14 medaglie ai Giochi olimpici invernali giovanili.
Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano fu creato nel 1908 e riconosciuto nel 1913.
Olimpiadi Tokyo 2021, tutti gli italiani qualificati sport per sport
Il 24 luglio scattano le Olimpiadi di Tokyo 2021. La trentaduesima edizione dei Giochi Olimpici si disputerà in Giappone sino al 9 agosto e sarà l’evento più importante del quadriennio sportivo. L’Italia si presenterà cercando di aumentare il bottino confezionato sia a Londra nel 2012 che a Rio de Janeiro nel 2016 che è stato di 28 medaglie.
Cliccando il tasto alla tua Destra, potrai consultare tutti i qualificati italiani sport per sport per quella che sarà un’avventura a cinque cerchi magica.
Tokyo 2021, Olimpiadi senza spettatori stranieri
La decisione presa dal comitato organizzatore assieme al presidente del Comitato olimpico (Cio).
Tokyo (Giappone), 20 marzo 2021 - Olimpiadi senza spettatori stranieri. Nessun turista infatti potrà andare in Giappone durante le Olimpiadi in programma a Tokyo dal 23 luglio all'8 agosto 2021 a causa dell'emergenza sanitaria causata dal Covid-19.
A prendere la decisione in due separate riunioni il gruppo composto dalla presidente del comitato organizzatore, Seiko Hashimoto, dalla ministra dello Sport in rappresentanza del Governo, Tamayo Marukawa, e dalla governatrice di Tokyo, Yuriko Koike; e successivamente, in un collegamento online, assieme al presidente del Comitato olimpico (Cio), Thomas Bach, e del Comitato paralimpico (Ipc), Andrew Parsons.
"Condividiamo la delusione di tutti i tifosi e delle famiglie e degli amici degli atleti che sarebbero voluti venire ai Giochi. Sono sinceramente dispiaciuto, sappiamo che e' un grande sacrificio per tutti. Lo avevamo detto sin dall'inizio di questa pandemia che avrebbe richiesto dei sacrifici". Thomas Bach, presidente del Cio, commenta così la decisione di non consentire l'ingresso in Giappone agli spettatori provenienti dall'estero in occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo. "La priorità è la sicurezza - ha ribadito - Ogni decisione deve rispettare questo principio. So che i nostri amici e partner giapponesi non sono arrivati a questa conclusione a cuor leggero ma la priorità loro e nostra è e resta quella di organizzare dei Giochi sicuri per tutti: i partecipanti e la popolazione giapponese. Siamo al loro fianco, senza alcuna riserva, perchè l'Olimpiade e la Paralimpiade di Tokyo2020 siano un grande successo". Bach ha infine ribadito che i Giochi di Tokyo "saranno la luce alla fine del tunnel e una manifestazione sicura di pace, solidarieta' e resilienza da parte del genere umano nel superare la pandemia".
L’ATLETICA LEGGERA ALLE OLIMPIADI
Presente fin dalla prima edizione delle Olimpiadi moderne del 1896 di Atene l’atletica leggera è da sempre considerata la disciplina regina dei giochi. Gli eventi che vedono impegnati gli uomini sono 24 in totale e sono invariati dai giochi di Helsinki del 1952, mentre per le donne il programma è di 23 gare, nelle prove su strada infatti è prevista solo la marcia 20km femminile e non la 50km.
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Il getto del peso (detto anche impropriamente lancio del peso perché considerato all'interno delle discipline dei lanci) è una specialità sia maschile che femminile dell'atletica leggera, in cui l'atleta cerca di scagliare il più lontano possibile una sfera metallica (il peso) variabile a secondo della categoria e del sesso, mantenendosi all'interno di una pedana circolare. Il peso va lanciato con una sola mano, e prima di iniziare il movimento deve toccare o essere in stretta prossimità del collo e del mento. Nell'esecuzione il peso non deve essere portato dietro la linea delle spalle.
Le regole sono simili a quelle delle altre prove di lancio: i concorrenti hanno a disposizione tre lanci e vengono valutati in base al loro miglior lancio valido. Vince chi ha effettuato il lancio valido più lungo.
Record
Il record mondiale del getto del peso è di 23,12 m per gli uomini, stabilito dallo statunitense Randy Barnes nel 1990 a Westwood, e di 22,63 m per le donne, stabilito dalla russa Natal'ja Lisovskaja nel 1987 a Mosca.
A livello indoor i primati mondiali appartengono allo statunitense Ryan Crouser, con la misura di 22,82 m ottenuta nel 2021 a Fayetteville, e alla cecoslovacca Helena Fibingerová, con 22,50 m realizzati a Jablonec nad Nisou nel 1977.
La tecnica nel getto del peso
Nel getto del peso sono presenti 2 tecniche di lancio utilizzate dagli atleti:
tecnica lineare con traslocazione, introdotta dallo statunitense Parry O'Brien negli anni cinquanta, si basa su uno spostamento rettilineo all'indietro;
tecnica rotatoria, proposta dal russo Aleksandr Baryšnikov negli anni settanta, analoga a quella tradizionalmente usata nel lancio del disco;
La tecnica rotatoria è la più utilizzata dagli atleti di alto livello, mentre quella traslocatoria, essendo più semplice nell'insegnamento, è la più utilizzata con i giovani. In ogni caso la tecnica ideale va "costruita" in maniera soggettiva intorno all'atleta, in base alle sue caratteristiche fisiche e tecniche.
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Il salto in lungo è una specialità sia maschile che femminile dell'atletica leggera, in cui gli atleti, dopo una rincorsa, raggiungono la zona limite dove poter saltare, detta "asse di battuta", cercando di atterrare il più lontano possibile nella buca riempita di sabbia.
La lunghezza del salto viene misurata dal limite di battuta, indipendentemente dal punto esatto dove l'atleta ha staccato. Il salto in lungo fa parte dei salti in estensione come il salto triplo.
Il record mondiale maschile della specialità è detenuto dallo statunitense Mike Powell con la misura di 8,95 m, ottenuta il 30 agosto 1991 nella finale dei campionati mondiali di Tokyo, mentre quello femminile è detenuto dalla sovietica Galina Čistjakova che saltò 7,52 m l'11 giugno 1988 a Leningrado.
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SALTO IN ALTO
Il salto in alto è una delle discipline dell'atletica leggera. L'obiettivo è quello di oltrepassare con un salto un'asticella orizzontale posizionata ad una data altezza. Il salto può essere effettuato con qualsiasi tecnica, purché lo stacco da terra avvenga con un piede solo.
Lo stile Fosbury è ormai usato universalmente a tutti i livelli, escluse solo le competizioni per novizi e dove le zone di atterraggio non sono attrezzate con i materassini soffici.
Lo stile ventrale
In questa tecnica il saltatore supera l'asta guardando verso il basso, a differenza del precedente salto a forbice, e attraversa contemporaneamente con il busto e i piedi; stacca dal suolo con la gamba interna, utilizzando quella esterna per spingersi più in alto. Fino all'inizio degli anni ottanta la tecnica sopravvisse grazie ad alcuni saltatori che continuavano a praticarla, salvo poi sparire del tutto lasciando il campo esclusivamente, all'evidentemente più efficace stile Fosbury.
Lo stile Fosbury
È una tecnica che si differenzia dalle tecniche precedenti per il fatto che l'atleta passa l'asticella con la schiena rivolta verso la stessa: il centro di massa rimane sotto l'asticella, per cui lo sforzo è minore rispetto allo scavalcamento verticale per avere poi dei risultati anche maggiori. La tecnica fu inventata da Dick Fosbury, che vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi estive del 1968 in questa specialità. In realtà la tecnica fu utilizzata anche da alcuni singoli atleti negli anni precedenti (su tutti la primatista canadese Debbie Brill che cominciò ad usare questo tipo di salto nel 1966 a 13 anni), ma senza successi di rilievo. Fu solo grazie ai successi di Fosbury che la tecnica ha avuto grande seguito ed è oggi praticamente l'unica utilizzata a livello agonistico.
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Tra le varie tipologie di corsa veloce, troviamo anche la corsa a ostacoli, che si corre sulla pista di atletica sui 100, 110 o 400 m e nella quale si devono superare 10 ostacoli (hs). Questi ultimi sono costituiti da strutture metalliche ad angolo retto che reggono una sbarra di legno. La struttura metallica poggia sulla pista con la sola parte inferiore: se urtato, l’ostacolo si ribalta senza causare danni all’atleta e senza invalidare la gara.
L’altezza degli ostacoli e la distanza tra gli ostacoli e tra questi e la linea di partenza e quella di arrivo variano nelle diverse specialità, tuttavia essi vengono sempre posti a distanze regolari, cosicché l’atleta possa eseguire un numero di passi costante mantenendo il giusto ritmo tra un ostacolo e l’altro. Nell’esecuzione di questa disciplina si possono convenzionalmente distinguere tre (o anche più) fasi: attacco e spinta, fase di volo (il superamento vero e proprio dell’ostacolo), presa di contatto e ripresa della corsa.
Nelle gare sui 110 m e sui 100 m gli atleti percorrono la distanza tra un ostacolo e l’altro in modo tale da scavalcare la barriera sempre con la stessa gamba, senza interrompere il ritmo della corsa; dopo ogni serie di appoggi viene effettuata un’interruzione del ritmo dovuta alla fase della sospensione. Se il ritmo non fosse costante ma casuale, l’atleta dovrebbe cambiare di volta in volta la gamba di attacco, pregiudicando la velocità dell’azione.
Anche nella corsa a ostacoli la partenza avviene dai blocchi e l’atleta deve correre all’interno della propria corsia superando l’ostacolo solo frontalmente.
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LE GARE DI VELOCITA': GLI SPRINT
· 100m
· 200m
· 400m
· 4x100m
· 4x400m
Le gare di sprint dell'atletica rappresentano la volontà dell'uomo di sfidare il tempo con l'uso soltanto del proprio corpo.
Gli atleti delle gare di sprint sono visti quasi come “macchine” perfette in grado di sfrecciare sulla pista di atletica in pochi secondi.
Quali sono le gare di sprint?
La gara simbolo dello sprint è sicuramente la gara dei 100m, ma tra le altre distanze troviamo i 60 metri indoor, i 200 ed i 400 metri.
Tutte queste competizioni, anche se diverse dal punto di vista di distanza e zona di partenza presentano delle caratteristiche in comune:
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Che cos'è l'atletica leggera
L’atletica leggera è un’attività sportiva fondamentale per l’uomo, legata alle origini del movimento umano.
Nell’antichità correre, saltare, lanciare voleva dire sopravvivere. Nei secoli le attività motorie umane si sono sempre più ridotte, grazie al progressivo intervento delle macchine e dell’utilizzo dell’energia. Ma la natura motoria dell’uomo moderno non è diversa da quella dei nostri antenati. Anche se le possibilità di movimento sono diminuite, l’uomo non ha dimenticato come muoversi. Ecco che il tempo libero (dalla famiglia, dal lavoro o da altro) viene impiegato per soddisfare le esigenze di movimento insite nell’uomo. La creatività dell’uomo inventa nuove forme di movimento con regole ed accorgimenti che hanno l’obiettivo di muovere e di divertire, di soddisfare non solo il corpo ma anche la mente. Le attività motorie umane si sono quindi sempre più perfezionate nei vari sport, nelle forme e negli ambienti più svariati.
Anche l’atletica leggera si è evoluta, ma rimane pur sempre una delle attività più naturali ed istintive che esistano nel panorama sportivo. Basti pensare alla partenza dei 100 metri: allo sparo bisogna reagire il più rapidamente possibile e poi correre veloce, azioni motorie di grande semplicità, anche se la partenza dai blocchi di un’atleta evoluto richiede molta tecnica. La velocità è forse, tra le capacità umane, quella più innata, ma non per questo semplice da allenare, tutt’altro. Poi le distanze aumentano i 200 metri, i 400 metri, che sono un giro esatto della pista, e che la specialità più impegnativa, laddove la velocità viene spinta molto più a lungo. Poi si passa al mezzofondo (800 m e 1500 m), e con le distanze del cosiddetto mezzofondo prolungato, i 5000 ed i 10000 metri. Tutte distanze dominate nel mondo dagli atleti africani, favoriti da una pratica "perenne" dai primi anni di vita laddove la corsa è un fatto normale della vita quotidiana; nelle grandi distese naturali non occorre prendere mezzi meccanici per ‘andare ad allenarsi’. L’ultima distanza (42,195 km), nel senso della durata, è la maratona che evoca epopee storiche e che, per il suo fascino di sfida, è forse una delle specialità più praticate al mondo. Accanto alla distanza classica anche le corse su strada, oltre ad altre forme quali la corsa in montagna e la distanza più lunga della corsa la 100 km dell’Ultramaratona. Non dobbiamo dimenticare una forma diversa di ‘deambulazione’, la marcia, che tanti allori ha portato all’Italia, nelle due distanze di 20 e 50 km.
Benché sia sport individuale, l’atletica tuttavia ha anche due competizioni a squadre: sono le staffette 4x100 e 4x400, nel senso che ognuno dei 4 atleti corre rispettivamente per 100 o 400 metri, passando un bastoncino (testimone) ad un altro compagno di squadra. Tutte le competizioni cosiddette olimpiche sono integrate da altre gare simili, praticabili anche nelle stagioni fredde, in appositi impianti al coperto: le gare indoor.
Le corse sono poi rese un po’ più complicate nelle corse ad ostacoli dove occorre avere tecnica, mobilità ed agilità, per superare (o meglio "passare") l’ostacolo: quelli "alti" (110 metri per gli uomini e 100 per le donne) e quelli ‘bassi’, i 400 ad ostacoli. Anche nel mezzofondo c’è una gara di ostacoli: i 3000 metri con siepi, la specialità dell’atletica che più di ogni altra cerca di ricostruire ambienti naturali fatti di tronchi e ruscelli da scavalcare. Poi i salti, che possono essere in estensione (lungo e triplo) o in elevazione (alto e asta). Qui l’esecuzione e quindi la preparazione tecnica è ancora più importante, così come nei lanci apparentemente simili, come disco e martello che sono rotatori, oppure il peso che può essere rotatorio o traslocatorio, il giavellotto invece richiede una rincorsa rettilinea prima di essere scagliato. Spesso molte specialità sono praticate da un unico atleta che diventa quindi un atleta praticante decathlon (se uomo), o eptathlon (se donna). Benché sia sport individuale, l’atletica tuttavia ha anche due competizioni a squadre: sono le staffette 4x100 e 4x400, nel senso che ognuno dei 4 atleti corre rispettivamente per 100 o 400 metri, passando un bastoncino (testimone) ad un altro compagno di squadra.
C’è una grande scelta nel praticare l’atletica, che quindi, come sport individuale, mette se stessi in competizione con gli altri. C’è anche la sfida con le misure o con i tempi, quindi una doppia sfida. Ma questo vale soprattutto per gli atleti di elevata qualificazione. Chiunque intenda avvicinarsi alla pratica dell’atletica leggera deve avere confronto unicamente con sé stesso: l’obiettivo di praticare atletica leggera è di garantire effetti benefici per la salute, per lo "stare bene".
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ALLENIAMOCI, A SCUOLA, AL GIOCO DEGLI SCACCHI
Gli scacchi sono un gioco, un linguaggio universale e uno sport che tutti possono praticare divertendosi. Numerose ricerche scientifiche, l’interesse e l’entusiasmo con cui sempre più giovani giocano a scuola e nelle associazioni scacchistiche italiane, dimostrano proprio questo.
E’ azzardato dire che giocando a scacchi si diventa più intelligenti, anche perché cosa significhi essere intelligenti è difficile dirlo. Tuttavia, gli scacchi fanno bene al cervello e possono insegnare molte cose: disciplina, pazienza e fiducia nelle proprie capacità. In qualche modo, temprano il carattere. Aiutano anche ad essere più concentrati, creativi e a ragionare in modo strategico.
Il gioco degli scacchi può temprare il proprio carattere, perché questo gioco ci insegna, così come nella vita, ad essere obiettivi. E' un gioco con cui si impara a conoscere i propri errori e i propri punti più deboli.
Anche per questi motivi, nel 2012 il Parlamento Europeo ha presentato un documento ufficiale con cui invita le scuole dell’Unione a insegnare a tutti gli studenti il gioco degli scacchi. In Spagna è già materia obbligatoria in alcune regioni, in Romania facoltativa, in Italia ci stiamo attrezzando.
Il torneo di scacchi nel nostro istituto scolastico, tra gli alunni delle classi IIA, IIB, IIIA, IIIB, IIIC, è una iniziativa che ha un aspetto fondamentale: accendere negli studenti la passione per gli scacchi.
Allenare la mente va bene, ma funziona soltanto se ci si diverte a farlo.
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LA VELOCITA’
La velocità (o rapidità) è la capacità di organizzare un gesto motorio nel minor tempo possibile. Tale qualità fisica è condizionata soprattutto dalla funzionalità e dall'efficienza del sistema nervoso e di quello muscolare.
Lo sviluppo della velocità in ambito sportivo è condizionato soprattutto dalla funzionalità e dall’efficienza del sistema nervoso e di quello muscolare, nonché dalle capacità mentali di concentrazione e determinazione.
Dal punto di vista biochimico la velocità dipende dalle scorte energetiche del muscolo (ATP, fosfocreatina), dalla loro mobilitazione sotto sforzo e dalla velocità della loro ricostituzione.
La velocità di reazione è rappresentata dal tempo minimo che intercorre da quando si riceve uno stimolo a quando compare la risposta (reazione cinetica); la velocità di accelerazione o esecuzione entra in gioco subito dopo e dipende dalla quantità di materiale energetico disponibile e dal tipo di fibre presenti.
La velocità di reazione è indispensabile alla partenza del gesto atletico; la velocità di accelerazione permette di incrementare o mantenere lo il movimento.
Da cosa dipende
La velocità è una qualità condizionale naturale e dipende da altre qualità (forza, resistenza, mobilità): allenando queste si può incrementare sensibilmente la capacità di eseguire gesti veloci.
Allenare la velocità
L’allenamento permette di accrescere a livello muscolare le riserve energetiche come la fosfocreatina. Gli esercizi prevedono sforzi compiuti in tempi brevi (8-12 secondi) alla massima velocità di esecuzione. Poiché il consumo energetico è grande, è importante concedere all’organismo un adeguato recupero (3-5 minuti).
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LE CAPACITA’ MOTORIE : LA FORZA
Dopo aver letto la resistenza e i metodi di allenamento, oggi cerchiamo di conoscere che cos’è la forza e i metodi per allenarla.
Per forza muscolare si intende la capacità di vincere o di opporsi ad una resistenza mediante lo sviluppo di tensione da parte della muscolatura.
Quando si parla di forza in ambito sportivo sappiamo che essa può coinvolgere tutto il peso del corpo o solo una parte di esso. I fattori che determinano la forza sono rappresentati dal volume del muscolo, dalla qualità neuromuscolare delle fibre, dalla frequenza degli impulsi nervosi e dalla disponibilità delle risorse energetiche (senza contare sesso e fattori genetici).
La forza assoluta è quella che un individuo può esprimere indipendentemente dal proprio peso corporeo; la forza relativa considera il rapporto fra il peso e l’energia prodotta.
Il muscolo può produrre 3 tipologie diverse di forza:
- la forza massimale: la massima forza che il sistema neuromuscolare è in grado di produrre. Il gesto dell’atleta produce quella che comunemente è chiamata forza pura: tutte le fibre coinvolte si contraggono nel modo più efficace per vincere un’elevatissima resistenza. In palestra, nel sollevamento pesi, rappresenta il carico massimo che l’atleta può superare con un’unica (o con un numero minimo) di ripetizioni del gesto.
- la forza veloce: definibile anche come forza potenza o forza esplosiva, è la capacità di opporsi alla resistenza e alla fatica in un intervallo di tempo di breve durata. Si sviluppa nel lancio di un peso, nella schiacciata di un giocatore di pallavolo, nell’attimo del salto in alto o in lungo.
- la forza resistente: in questo caso il muscolo deve opporsi alla fatica nel caso di prestazioni di lunga durata. È il caso dell’arrampicatore, del canottiere, del corridore. In questo caso il concetto di forza si lega a quello della resistenza.
Da cosa dipende
Il livello della forza dipende da diversi fattori. Dalla dimensione della sezione trasversa del muscolo, per cominciare: più un muscolo è grande, maggiore sarà la forza che riuscirà a sviluppare.
Importante fattore è anche la coordinazione intramuscolare: l’atleta allenato ha maggiore capacità di eccitare e sfruttare le fibre nell’intervallo di tempo ideale.
Infine la coordinazione intermuscolare: un gesto atletico non coinvolge mai un solo muscolo e esistono sempre gruppi muscolari più deboli rispetto ad altri. Allenare un solo gruppo muscolare, tralasciando altri, potrebbe rivelarsi controproducente.
Allenare la forza
La forza muscolare è facilmente allenabile; altrettanto facilmente, tuttavia, un muscolo può perdere tonicità. Per essere allenato a sviluppare la forza un muscolo deve sopportare uno sforzo maggiore di quello a cui è abituato. Ma fino a 15 anni d’età la forza non è allenabile: le strutture del corpo sono ancora in fase di accrescimento e muscoli troppo sviluppati potrebbero danneggiare strutture ossee ancora deboli.
I fattori che variano nell’allenamento della forza sono il carico di lavoro, il numero delle ripetizioni e la velocità di esecuzione.
La forza massimale si allena con carichi di peso elevati, velocità di esecuzione lenta e costante e poche ripetizioni del gesto.
La forza veloce si allena con esercizi a carico naturale, con poche serie e al massimo 10-12 ripetizioni, a velocità costante e ritmo veloce. La forza resistente si allena con molte ripetizioni, carichi medio-bassi, velocità moderata e poco recupero (1 minuto).
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Le capacità motorie coordinative e condizionali, conosciamole meglio!
Nella vita di tutti i giorni come nello sport, alle persone comuni e agli atleti occorrono le capacità motorie.
Il nostro corpo possiede diverse abilità e capacità, che ci permettono di relazionarci con il mondo che ci circonda. Nel campo dell’esercizio fisico, queste capacità si suddividono in CAPACITÀ COORDINATIVE e CAPACITÀ CONDIZIONALI.
Le capacità coordinative sono controllate dal sistema nervoso centrale, rappresentano la coordinazione, il controllo e la regolazione del movimento e si sviluppano maggiormente durante l’infanzia, tra i 6 e i 14 anni, che è detta “età dell’oro” delle capacità coordinative. Negli anni successivi, in cui verranno allenate le capacità coordinative potremo solo migliorarle leggermente.
Le capacità coordinative sono:
1- equilibrio (che può essere statico o dinamico)
2-orientamento spazio temporale (capacità di orientarsi nel tempo e nello spazio come ad esempio negli sport di squadra)
3- ritmo (capacità di muovere il corpo in relazione a un ritmo interno o esterno)
4- reazione (velocità di risposta a un segnale attivando determinati segmenti corporei o il corpo intero)
5-trasformazione del movimento (capacità di modificare in corso il movimento da eseguire a seconda della necessità, come ad esempio una finta di tiro nella pallanuoto)
6-differenzazione cinestetica (dosare la forza da esercitare su un oggetto a seconda dell’obiettivo come ad esempio il canestro nel basket),
7- segmentazione (muovere contemporaneamente e in modo preciso più segmenti corporei).
Le capacità condizionali invece iniziano a svilupparsi durante il periodo adolescenziale e sono: resistenza, forza e rapidità.
RESISTENZA: si divide in resistenza muscolare (resistence) e resistenza cardio-respiratoria (endurance).
La resistenza cardiorespiratoria è la componente principale del condizionamento fisico, è la capacità di opporsi all’affaticamento e rappresenta per l’atleta la miglior difesa contro la fatica. Un adeguato condizionamento cardiovascolare deve costituire la base del programma di condizionamento generale di qualsiasi atleta.
FORZA: si divide in forza massimale, forza veloce e forza resistente.
La forza massimale si calcola tramite 1Rmax (ripetizione massimale) di un determinato esercizio, che rappresenta il massimo peso che il soggetto è in grado di sollevare con una
sola ripetizione eseguita correttamente.
La forza veloce rappresenta l’esplosività, la potenza, ovvero il massimo peso che il corpo è in grado di sollevare nel minor tempo possibile.
La forza resistente (resistence) rappresenta la durata massima per la quale un determinato muscolo è in grado di rimanere contratto e quindi anche il massimo numero di ripetizioni che è in grado di compiere.
LA RAPIDITÀ: si differenzia dalla forza veloce in quanto non prende in considerazione grandi sovraccarichi ma rappresenta la massima velocità alla quale un muscolo è in grado di contrarsi.
La conoscenza delle varie funzioni delle capacità condizionali e coordinative che abbiamo appena visto, è fondamentale per impostare un allenamento adeguato.
Per meglio comprendere il "Metodo di allenamento della resistenza aerobica", clicca il tasto sulla tua destra e continua la lettura sull’argomento.
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IL RISCALDAMENTO
Ti sarà capitato di vedere degli atleti che, prima di un allenamento o di una gara, compiono degli esercizi di vario genere: corrono, effettuano esercizi di mobilità articolare e di stretching, provano le tecniche che verranno poi utilizzate durante la gara stessa. Ebbene, quegli atleti stanno effettuando il riscaldamento, attività che si basa su una serie di esercitazioni che precedono l’allenamento o la partita e preparano così l’organismo a sostenere con la massima efficacia gli sforzi che seguiranno prevenendo inoltre possibili infortuni muscolari e articolari. Anche a livello giovanile e scolastico è importante la fase del riscaldamento in quanto consente di ottenere diversi effetti positivi per lo svolgimento della pratica sportiva.
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Il gioco degli scacchi può migliorare la concentrazione, la pazienza e la perseveranza e può svilupparne il senso di creatività, l’intuito e la memoria oltre alle capacità analitiche e decisionali; Gli scacchi insegnano inoltre determinazione, motivazione e spirito sportivo
Recentemente, in una direttiva, il Parlamento Europeo ha posto l’accento sul valore socio psico educativo di questo gioco/sport. Riprendendo diversi studi e ricerche nel campo, infatti, l’Unione Europea ha invitato gli stati membri ad introdurre il gioco degli scacchi nei sistemi di istruzione e nei piani formativi a partire dal 2012.
Nella direttiva si legge che: “[…] Il gioco degli scacchi è accessibile ai ragazzi di ogni gruppo sociale, può contribuire alla coesione sociale e a conseguire obiettivi strategici quali l’integrazione sociale, la lotta contro la discriminazione, la riduzione del tasso di criminalità e persino la lotta contro diverse dipendenze. […] Indipendentemente dall’età dei ragazzi, il gioco degli scacchi può migliorarne la concentrazione, la pazienza e la perseveranza e può svilupparne il senso di creatività, l’intuito e la memoria oltre alle capacità analitiche e decisionali; considerando che gli scacchi insegnano inoltre determinazione, motivazione e spirito sportivo”.
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Il calcio è uno sport di squadra giocato con un pallone sferico su un campo di gioco rettangolare, con due porte.
È giocato da due squadre composte da 11 giocatori. Dieci di essi possono toccare il pallone solo con i piedi, il corpo e la testa; uno solo posto a difesa della porta (e perciò detto "portiere"), può toccare il pallone anche con mani e braccia, solamente se il pallone si trova in area di rigore. L'obiettivo del gioco è quello di segnare più gol o reti della squadra avversaria, facendo passare il pallone oltre la linea della porta avversaria. La durata di una partita è di 90 minuti, divisi in due tempi da 45 minuti ciascuno più un eventuale recupero.
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dopo la lettura e la visione di alcuni brevi video, apri il test online n°79 “Il calcio: regole di gioco”, compilalo e invialo entro le ore 18:00 del giorno 15.12.2020.
La correzione del test verrà pubblicata sulla pagina “archivio/classe IIA/” dalle ore 18:00.
Come è noto l’attività sportiva rappresenta uno dei mezzi più efficaci per la formazione globale della personalità degli alunni; essa , in tutte le sue manifestazioni (gioco – sport, attività pre-sportiva, attività sportiva, sport per tutti), favorisce e sviluppa processi di socializzazione, valutazione e autovalutazione.
Il gioco della pallavolo nella scuola cercherà di aumentare il bagaglio di esperienze motorie di base. L’alunno potrà sviluppare le capacità di percezione, conoscenza e di coscienza del proprio corpo, di coordinazione oculo-manuale e di organizzazione spazio-temporale.
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dopo la lettura e la visione di alcuni brevi video, apri il test online n°72 “la pallavolo”, compilalo e invialo entro le ore 16:00 del giorno 01.12.2020.
La correzione del test verrà pubblicata sulla pagina “archivio/classe II A/” dalle ore 17:00.
pubblicato il 24.11.2020
LA PALLACANESTRO
Lo scopo di ognuna delle due squadre è quello di realizzare punti facendo passare la palla all'interno dell'anello del canestro avversario (fase offensiva) e di impedire ai giocatori
dell'altra squadra di fare altrettanto (fase difensiva).
Ogni partita dura 40 minuti suddivisi in 4 periodi di 10 minuti ciascuno.
Ogni squadra per completare un attacco ha 24 secondi di tempo, se non ci riesce il possesso passa alla squadra
avversaria. I 24 secondi vengono ripristinati ogni qualvolta la palla cambia di possesso o tocca l'anello del canestro.
La squadra vincente della partita è quella che ha realizzato il maggior numero di punti alla fine del 4° periodo di
gioco. In caso di parità la gara si prolunga di altri 5 minuti ( tempo supplementare).
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Mi raccomando, dopo la lettura e la visione di alcuni brevi video, apri il test online n°60 “la pallacanestro”, compilalo e invialo entro le ore 16:00 del giorno 24.11.2020.
La correzione del test verrà pubblicata sulla pagina “archivio/classe IIA/” dalle ore 17:00.
La scuola ai tempi del coronavirus s’ingegna e supera il blocco delle lezioni sfruttando al meglio le nuove tecnologie.
Se non possiamo stare insieme a scuola, possiamo però restare uniti!
In questo momento “bisogna fare di necessità virtù”: ciascuno deve svolgere ben volentieri, e non controvoglia, le attività e i doveri che non si possono evitare.
Ho attivato un blog per mantenere viva la comunicazione con gli alunni
Se vuoi, scrivi un pensiero, tutto in totale libertà!
Sarà un modo per sentirci meno distanti, sperando di poter tornare presto alla normalità.
Annamaria (martedì, 24 novembre 2020 09:09)
Grazie mille professore
Mattia Cammarota (martedì, 10 novembre 2020 09:35)
Salve professore, a me questa situazione non piace per niente ma se dobbiamo continuare a fare lezione e stare insieme questo è l'unico modo, spero questa situazione passi presto, bisogna avere pazienza arrivederci.
Chiara (martedì, 10 novembre 2020 08:04)
Grazie mille a presto.
Giada (lunedì, 09 novembre 2020 18:19)
Grazie professore a domani
E' fondamentale fare attività fisica in questo tempo in cui siamo costretti a restare a casa.
In una condizione prolungata di isolamento sociale è, infatti, opportuno attivare o mantenere alcune abitudini che permettano di scandire il tempo e organizzare al meglio la giornata, come per esempio dedicarsi allo studio per il proseguo dei programmi scolastici, ascoltare musica, leggere, praticare un hobby.
Tra le diverse attività, senza dubbio, l’esercizio fisico assume un ruolo prioritario per la salute dei giovani. Con l’esercizio fisico aumentano, infatti, le energie e lo stato di benessere generale, migliora la qualità del sonno, l’autostima, la fiducia in se stessi e vengono scaricate eventuali tensioni. Fare movimento anche a casa è quindi un modo semplice ed efficace per gestire lo stress, rendere attiva la mente e reagire al senso di costrizione e alla frustrazione, che la situazione attuale può generare.
WORKOUT A CASA
Allenarsi in casa è possibile e si può fare anche senza attrezzi e solo con alcuni semplici esercizi a corpo libero.
7 Minuti di Workout è l'allenamento proposto da una ricerca della McMaster University che ha evidenziato come siano sufficienti 7 minuti di allenamento ad alta intensità per:
- Bruciare i grassi più velocemente,
- Massimizzare il dispendio calorico
- Allenare i muscoli di tutto il corpo,
-Migliorare la salute riducendo il rischio di malattie cardio vascolari come l'infarto e l'ictus cerebrale.
Nome (martedì, 01 giugno 2021 10:06)
Quest'anno è passato così veloce
2a03 (martedì, 01 giugno 2021 10:02)
Quest anno non mi è piaciuto per niente spero finisca presto.
2A13 (martedì, 01 giugno 2021 10:01)
Quest'anno, nonostante sia stato un po' pesante per via delle verifiche, è arrivato alla fine. Ci sono stati momenti più brutti e alcuni più divertenti ma ce la abbiamo fatta. All'anno prossimo.
2a12 (martedì, 01 giugno 2021 09:52)
Quest'anno è stato bello ma sono felice sia finito
2a08 (martedì, 01 giugno 2021 09:51)
Credo sia stato un bel anno, anche se è stato un po' difficile a causa del covid ma tra scherzi, risate, pianti ecc. non credo ci sia pesato molto.
Non so più cosa scrivere :)
2a01 (martedì, 01 giugno 2021 09:51)
E stato bello apprendere tante cose tra cui tanti allenamenti
Nome* (martedì, 01 giugno 2021 09:50)
Quest'anno è stato divertente (almeno per me) ma comunque non mi piace e non mi piacerà mai studiare
Chiara ❤️ Mattia (martedì, 01 giugno 2021 09:49)
Chiara❤️Mattia
Donatello (martedì, 01 giugno 2021 09:49)
Quest'anno un pomeriggio Mattia e Antonio si sono messi a fare una battaglia rep
Emanuel raimondi (martedì, 01 giugno 2021 09:48)
Ciao
Sapessi chi sono (martedì, 01 giugno 2021 09:47)
La scuola fa schifo però forse mi ha imparato qualcosa
2A15 (martedì, 01 giugno 2021 09:43)
Sicuramente quest’anno è stato un po’ incasinato tra scuola in presenza e dad non si è capito niente. Però ho sicuramente imparato di più e sicuramente ( per me) è stato meglio dell’anno scorso. L’unica cosa che cambierei è non fare troppe verifiche. Però complessivamente è stato bello.
Il mio nome (martedì, 01 giugno 2021 09:41)
Io vorrei ricordare il giorno in cui abbiamo preso per la prima volta la palla. Finalmente dopo un anno abbiamo iniziato a fare qualche passaggio ( speriamo che lo faremo tante altre volte)
prof. Giuseppe Sibilani (martedì, 01 giugno 2021 09:40)
Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, né in difetto né in eccesso, avremmo trovato la strada per la salute. (Ippocrate 460-377 a.C.)